Nel cuore della Val di Fiemme c'è "un bosco che suona"

Qui affondano le radici gli abeti rossi, con i quali Stradivari realizzava i suoi violini

I boschi del Trentino custodiscono antichi segreti. Uno di questi è la produzione di violini perfetti. Maestri liutai, come il celebre Stradivari, esploravano le foreste della Val di Fiemme e andavano alla ricerca dei legni più pregiati per poi trasformarli in strumenti musicali eccellenti. Si narra che fu proprio Stradivari in persona ad esplorare la Foresta di Paneveggio alla ricerca degli abeti più idonei per realizzare i suoi violini.

In particolare, è l’Abete Rosso “di risonanza” quello più utilizzato da Stradivari e altri maestri liutai, come i Guarnieri e gli Amati, per creare strumenti musicali. Il legno dell'abete rosso è, infatti, particolarmente elastico, trasmette meglio il suono e i suoi canali sono come minuscole canne d'organo che creano risonanza. Una materia prima ideale per la costruzione delle casse armoniche.

I boschi del Trentino custodiscono antichi suoni

Gli abeti rossi della foresta demaniale di Paneveggio, all’interno del “Bosco che Suona”, vengono tutt’ora selezionati per le loro qualità sonore. È una tradizione ormai secolare: boscaioli dedicano tempo ed attenzione alla ricerca di piante da cui poter ricavare legno di risonanza.

Purtroppo i boschi della Val di Fiemme, come molte altre zone del Trentino, il 29 ottobre del 2018, sono stati colpiti dalla tempesta Vaia che ha distrutto 4 milioni di metri cubi dei nostri alberi. Ricostruire questa terra montuosa, difficile ma tanto amata, è dunque necessario ed urgente. Per questo abbiamo lanciato, in collaborazione con le foreste demaniali del Trentino, il progetto Trentino Tree Agreement, per promuovere un patto di responsabilità e sostenibilità da stringere con il bosco, per il bene di tutti.

I boschi del Trentino custodiscono antichi suoni

Questo tempio della musica a cielo aperto va quindi tutelato e salvaguardato, affinché questi alberi possano continuare a sopravvivere. Anche i Suoni delle Dolomiti, negli anni, hanno contribuito a far conoscere questi luoghi magnifici e fiabeschi valorizzando questo importante patrimonio collettivo, quale è il bosco.  Per anni il “Bosco che suona” ha accolto un rito musicale, unico al mondo.

Qui, musicisti di fama internazionale che hanno preso parte al festival di musica in alta quota, fra cui anche il compianto Maestro Ezio Bosso, sono stati chiamati a scegliere un abete, il loro abete: il dono generoso della Val di Fiemme rivolto agli artisti che qui sono passati e che con i loro strumenti in legno hanno contribuito ad arricchire il mondo della musica. Questo rito è chiamato “Battesimo degli alberi” e viene celebrato dalla Magnifica Comunità di Fiemme, e, in particolare, dallo Scario, reggente della comunità.

Val di Fiemme - Liutaia crea un violino

Il Bosco che Suona si può raggiungere con i propri mezzi percorrendo la strada forestale (per la maggior parte asfaltata) che da Predazzo porta in Valmaggiore. Qui potrai addentrarti nel bosco passeggiando fra gli alberi slanciati e i profumi di resina e muschio. Puoi arricchire la tua esperienza camminando fra le piante e cercando le tabelle degli alberi dedicati ai grandi maestri della musica: attraverso la APP del Bosco che suona, che ti consigliamo di scaricare prima di arrivare, potrai ascoltare le composizioni che ognuno di loro ha deciso di restituire al bosco e a tutti noi.

Le melodie del bosco che suona

Le melodie del bosco che suona

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Pubblicato il 27/11/2021